Cari ragazzi e ragazze,
immaginate di fare un salto indietro nel tempo, circa mille anni fa, nel periodo che chiamiamo Medioevo. In particolare, ci concentreremo su un lungo arco di tempo che va all'incirca dal IX all'XI secolo d.C., un'epoca molto diversa dalla nostra. Le città erano poche, le strade pericolose, e la maggior parte della gente viveva in campagna, lavorando la terra. Qui si sviluppò un modo di organizzare la società e il potere chiamato feudalesimo.
Il feudalesimo si diffuse in Europa perché, dopo la caduta dell'Impero Romano d'Occidente nel 476 d.C., c'era molta incertezza. I re erano spesso deboli e non riuscivano a controllare tutti i loro territori, specialmente con le invasioni e le minacce che si verificarono tra il IX e il X secolo (come quelle dei Normanni, degli Ungari e dei Saraceni). Così, le persone cercavano protezione, e nacque un sistema basato su legami personali e su un'organizzazione a "piramide" che si consolidò pienamente nei secoli successivi.
In cima a questa piramide c'era il re, il sovrano di un regno. Poiché non poteva gestire da solo un territorio così vasto, il re "affidava" parte del suo potere e delle sue terre a uomini fidati, spesso nobili guerrieri. Questa terra concessa, insieme al diritto di governarla e riscuotere le tasse, si chiamava feudo. Immaginate il feudo come un grande appezzamento di terra con villaggi, campi e a volte un castello. Chi riceveva il feudo, il signore, prometteva fedeltà al re.
Questi nobili, che ricevevano il feudo direttamente dal re, si chiamavano vassalli. Il vassallo era un uomo libero che si legava al re con un giuramento molto solenne, l'omaggio. Il vassallo giurava fedeltà, si impegnava ad aiutare il re in guerra (anche fornendo cavalieri) e a dargli consigli. In cambio, il re gli dava l'investitura, simboleggiando la consegna del feudo. Il vassallo riceveva il diritto di usare il feudo, ma doveva sempre rispettare il suo giuramento. Se non lo faceva, il re poteva riprendersi il feudo. È importante sapere che, se all'inizio i feudi non erano ereditari, a partire dall'877 d.C., con il Capitolare di Quierzy, l'ereditarietà dei feudi maggiori fu riconosciuta, rendendo questi legami più stabili.
A loro volta, i grandi vassalli potevano "suddividere" parte delle loro terre e concederle a uomini di rango inferiore, che diventavano così i loro vassalli. Questi ultimi erano chiamati valvassori. Per esempio, un duca poteva avere dei conti come suoi valvassori, e questi valvassori potevano avere dei valvassini, cioè vassalli di rango ancora inferiore, che controllavano porzioni di terra più piccole. In questo modo, la piramide del potere si estendeva verso il basso, con una serie di legami di vassallaggio. La loro ereditarietà per i feudi minori venne riconosciuta solo più tardi, nel 1037 d.C., con la Constitutio de feudis.
Alla base di questa piramide c'erano i contadini, la maggior parte della popolazione. Loro non erano vassalli e non possedevano la terra. Lavoravano i campi dei signori e in cambio ottenevano protezione e il diritto di coltivare una piccola parte di terra per sé. Dovevano al signore una parte del raccolto e dovevano prestare servizi. Questi contadini, pur non essendo schiavi, erano fortemente legati alla terra e al signore.
In sintesi, la società feudale, fiorita in un periodo cruciale come il Pieno Medioevo (indicativamente dal XI al XIII secolo), era un complesso sistema di rapporti basati sulla fedeltà e sul possesso della terra. Ognuno aveva un posto preciso in questa piramide, e i legami di vassallaggio erano fondamentali per mantenere l'ordine e la stabilità.